Formula 1 Germania: Vettel, obiettivo vittoria nell'ultima recita di Hockenheim

Formula 1 Germania: Vettel, obiettivo vittoria nell'ultima recita di Hockenheim© sutton-images.com
Il GP di Germania naviga tra mille incertezze sulla permanenza in calendario e Sebastian insegue la vittoria a due passi da Heppenheim

Fabiano Polimeni

19.07.2018 16:24

Il futuro del Gran Premio di Germania, la Formula 1 che dovrebbe essere, il solito tormentone del mercato piloti. Si è esercitato a dire la propria, Sebastian Vettel. E la competitività Ferrari a Hockenheim? La SF71H è competitiva ovunque, non c’è motivo perché “a casa sua”, Seb, non possa lottare per la vittoria. Vincere a Hockenheim, mai riuscito prima. Un cruccio, perché è davvero come correre in casa visto il tragitto Heppenheim-Hockenheim, 40 minuti appena in macchina. La missione del week end è mettere nel palmares un successo: «Gareggiamo in Germania e temo possa essere l’ultima volta per un po’ di tempo, da quanto ho sentito: sarebbe un peccato perderla. Sono nato a mezz’ora da questa zona, significa tanto per me e sarebbe bellissimo correre un bel week end qui».

Le difficoltà degli organizzatori a generare profitti dall’evento è nota e Seb aggiunge: «Sarebbe un peccato perdere il GP di Germania, la storia è grandissima. Ci sono tante fabbriche, marchi automobilistici, è un Paese famoso per questo. Ma bisogna pagare per ottenere un GP, per farla semplice. Altre nazioni sono pronte a pagare, il problema forse è che la Germania non è disposta a pagare abbastanza.

Conosco la pista e le persone qui, lavorano tantissimo per portare il pubblico all’evento, è durissima per loro perché non possono contare su fondi che li aiutino ed è difficile avere dei guadagni, il paese non li supporta adeguatamente.

In Germania, Michael ha reso la F1 popolare, l’ha portata nelle case di tutti. In altri Paesi c’è grande entusiasmo, in Olanda c’è Max e un certo boom. Per quanto riguarda la Germania, è vero: Michael ha provocato il boom iniziale, a un certo punto avevamo 8 piloti in griglia ora solo io e Nico. Probabilmente è vero, i tedeschi sono un po’ difficili da far entusiasmare, altre nazioni sono più facili».

Ferrari, crescita continua

L’ultima volta che si corse a Hockenheim la Ferrari aveva un volto e una struttura tecnica diversissimi nei ruoli e nell’organizzazione. Oggi la forza della Rossa passa da uno sviluppo che, nelle prime 10 gare, quando è arrivato in pista ha sempre prodotto i miglioramenti sperati e quanto sia un’altra Rossa, quella odierna, Seb lo spiega così: «Il team sta ancora crescendo, continua a migliorare, io ne faccio parte da 3 anni e mezzo e continuiamo a diventare più forti. C’è una bella abbinata di persone, sugli sviluppi a volte c’è un elemento, dei pezzi che funzionano meglio di quanto non t’aspettavi, altre volte va peggio. Rispetto al 2016, abbiamo visto come in quella stagione ci bloccammo e non riuscimmo a progredire.

Nel 2017 il cambio di regole ha permesso di riprendere chi stava davanti, abbiamo recuperato tanto, sviluppato la macchina. Speriamo di poter fare meglio anche da ora in avanti, la macchina ha il potenziale».

Mercedes più veloce? Non a Silverstone

Il potenziale per correre alla pari e sfidare Mercedes. Batterla come a Silverstone, davvero giocata senza alcun complesso di inferiorità, anzi. Secondo Toto Wolff, nonostante l’esito del trittico di gare alle spalle, la W09 è stata la macchina più veloce, visione in parte accettata da Vettel, che dice: «In generale sono d’accordo siano stati più veloci anche se a Silverstone eravamo sullo stesso livello. In gara avevamo più o meno lo stesso passo ed è positivo. Nelle due piste precedenti sì erano più forti, vedremo come andranno le cose qui: abbiamo portato aggiornamenti a Silverstone e vedremo come funzioneranno su questa pista. Abbiamo una grande macchina e un potenziale notevole per renderla ancora migliore».

2019, la margherita Raikkonen-Leclerc

Di Hamilton e dell’annuncio del rinnovo di contratto interessa nulla. E in tema di mercato piloti, aspettando l’ufficializzazione di Ricciardo in Red Bull, Seb deve tornare su uno dei passatempi preferiti dai media: Leclerc o Raikkonen in Ferrari nel 2019? «Mi piace Kimi andiamo d’accordo, non abbiamo mai avuto un problema, a volte in pista ricordo d’essergli andato addosso ma gestiamo le cose in modo simile, è molto positivo poter lavorare con lui.

Non sono decisioni che spettano a me. Sarei contento di continuare così, però non spetta a me dirlo. Credo Charles avrà una grande carriera, è giovane non c’è fretta, anche se è vero che quando sei giovane hai sempre fretta. Non so quando, chi, alla fine sarà il mio compagno. Per me non conta, io ho chiaro dove sarò e credo che entrambi sarebbero adatti a guidare per il nostro team».

F1, non servono due gare sprint

Uno sguardo al futuro, della Formula 1, però, per dire la propria sulle possibili modifiche al format che potrebbero arrivare nei prossimi anni. Se l’introduzione di un nuovo sistema di punteggio viene data per cosa fatta, su un diverso formato di gara è piuttosto un discutere che da anni si trascina senza (per fortuna) concretizzarsi: una Formula 1 divisa in gara-1 e gara-2 è la strada da seguire? «Mi piacerebbe più azione, il format però è buono, non sarei favorevole a 2 gare in un week end. Si chiama gran premio, ridurre la lunghezza perché per alcuni è noioso lo renderebbe “metà noioso”. Un GP deve essere lungo ed è una sfida fisica e mentale da mantenere. Se la gara fosse divisa in due gare diverrebbe un altro sport. Non dobbiamo toccare il format, servono altre soluzioni.

Sono d’accordo che molte persone da fuori pensano che tante cose in F1 siano controllate dall’alto ma non è così, la tecnologia è molto complessa e c’è bisogno di più di 2-3-4 meccanici per mettere in moto una macchina, com’è stato per 40 anni. Sall’esterno, la macchina è coperta, tante tecnologie non si possono vedere, se potessero vederle penserebbero sia grandioso. Da fuori vuoi sorpassi battaglie al limite, è quel che conta per la gente. Per il futuro mi piacerebbe molto se potessero essere semplificate le cose».


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