Juve, Shevchenko esclusivo: «CR7 porta la Champions»

Il ct dell'Ucraina venerdì ha affrontato il fuoriclasse portoghese al rientro in nazionale dopo 9 mesi: «Ronaldo non sembra un 34enne. Fidatevi di me: contro l'Atletico ha segnato 2 gol di testa al limite della realtà»
Juve, Shevchenko esclusivo: «CR7 porta la Champions»

Il saluto del Da Luz è sembrato il più classico dei passaggi del testimone tra un Pallone d’Oro che in Italia ha scritto la storia e un altro che si appresta a farlo. Andriy Shevchenko è stato l’ultimo numero 7 a vincere la classifica marcatori di serie A (2004). Cristiano Ronaldo (19 gol in campionato) - Quagliarella (21) e Piatek (19) permettendo - potrebbe essere il prossimo. Venerdì sera CR7 e Sheva si sono incrociati in Portogallo-Ucraina, uno in campo e l’altro in panchina. Il risultato è stato uno 0-0 che ha confermato la bravura dell’ex milanista come allenatore e l’ottimo stato di forma del fuoriclasse di Funchal che, alla prima in Nazionale da juventino, non è riuscito a esultare soltanto per un pizzico di sfortuna e per le super parate di Pyatov.

Shevchenko, come è stato affrontare Cristiano Ronaldo dalla panchina?
«Nella preparazione della partita ha rappresentato un pensiero in più, parliamo di un fenomeno, però come avevo detto alla vigilia avevamo un piano per cercare di fare punti col Portogallo e i giocatori sono stati bravi ad attuarlo».

L’Ucraina, stretta e compatta in fase difensiva, è sembrata più una squadra italiana che dell’est Europa. Si nota la sua mano e anche quella dei suoi collaboratori italiani Mauro Tassotti (vice allenatore) e Andrea Maldera (il tattico).
«Mauro e Andrea sono due grandissimi professionisti ed è una fortuna averli al mio fianco. Siamo in grande sintonia».

Per un Pallone d’Oro come lei qual è la difficoltà più grande quando si diventa allenatore?
«Far passare l’idea che adesso sono un allenatore e non più un giocatore. Mi sento un tecnico al cento per cento. Penso, ragiono e mi comporto in modo diverso dal passato».

Ci fa un esempio?
«Sono concentrato sul gruppo. Ho molti più pensieri. E dormo meno… (risata)».

Vai alla prossima pagina per continuare a leggere l'intervista a Shevchenko

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Come le è sembrato Cristiano Ronaldo dal vivo?
«Lo stesso di sempre. Sembra molto più giovane degli anni che ha, in campo non dà l'idea di essere un 34enne. Ho un buon rapporto con Cristiano, ci conosciamo da qualche anno e quando ci incrociamo ci salutiamo sempre. E’ un ragazzo molto piacevole anche fuori dal campo».

[...]

Tornando a Cristiano Ronaldo: lei che è stato un grande bomber, cosa pensa che abbia di davvero speciale CR7 rispetto a tutti gli altri grandi attaccanti?
«Cristiano ha sempre avuto un talento immenso, però negli ultimi anni si è evoluto diventando letale in area di rigore. Adesso è concreto, freddo: un finalizzatore fantastico».

Ha lasciato a bocca aperta anche lei la tripletta di CR7 contro l’Atletico Madrid?
«Cristiano è così. Fidatevi di me: i colpi di testa con cui ha segnato all’Atletico sono reti difficilissime, quasi impossibili».

Con un Ronaldo così sarà l’anno giusto per la Juventus in Champions League?
«Penso di sì. La Juventus era già forte prima di Ronaldo, però gli mancava un fuoriclasse come lui che risolve le partite quasi impossibili. Sì, adesso che hanno Cristiano i bianconeri possono anche arrivare in fondo e trionfare».

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Il saluto del Da Luz è sembrato il più classico dei passaggi del testimone tra un Pallone d’Oro che in Italia ha scritto la storia e un altro che si appresta a farlo. Andriy Shevchenko è stato l’ultimo numero 7 a vincere la classifica marcatori di serie A (2004). Cristiano Ronaldo (19 gol in campionato) - Quagliarella (21) e Piatek (19) permettendo - potrebbe essere il prossimo. Venerdì sera CR7 e Sheva si sono incrociati in Portogallo-Ucraina, uno in campo e l’altro in panchina. Il risultato è stato uno 0-0 che ha confermato la bravura dell’ex milanista come allenatore e l’ottimo stato di forma del fuoriclasse di Funchal che, alla prima in Nazionale da juventino, non è riuscito a esultare soltanto per un pizzico di sfortuna e per le super parate di Pyatov.

Shevchenko, come è stato affrontare Cristiano Ronaldo dalla panchina?
«Nella preparazione della partita ha rappresentato un pensiero in più, parliamo di un fenomeno, però come avevo detto alla vigilia avevamo un piano per cercare di fare punti col Portogallo e i giocatori sono stati bravi ad attuarlo».

L’Ucraina, stretta e compatta in fase difensiva, è sembrata più una squadra italiana che dell’est Europa. Si nota la sua mano e anche quella dei suoi collaboratori italiani Mauro Tassotti (vice allenatore) e Andrea Maldera (il tattico).
«Mauro e Andrea sono due grandissimi professionisti ed è una fortuna averli al mio fianco. Siamo in grande sintonia».

Per un Pallone d’Oro come lei qual è la difficoltà più grande quando si diventa allenatore?
«Far passare l’idea che adesso sono un allenatore e non più un giocatore. Mi sento un tecnico al cento per cento. Penso, ragiono e mi comporto in modo diverso dal passato».

Ci fa un esempio?
«Sono concentrato sul gruppo. Ho molti più pensieri. E dormo meno… (risata)».

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