Pagellone Juve: Ronaldo senza rivali, Chiellini leader, Matuidi infinito

I voti ai bianconeri che hanno vinto l'ottavo scudetto consecutivo: favoloso Kean, Jolly Emre Can, Dybala in salita
Pagellone Juve: Ronaldo senza rivali, Chiellini leader, Matuidi infinito© Juventus FC via Getty Images

Medhi Benatia 6,5
Voleva spazio che l’allenatore non poteva garantirgli, ma soprattutto voleva guadagnare di più e per questo a gennaio se n’è andato in Qatar, nell’Al-Duhail. La Juve ha perso un elemento di ottimo livello, lui la possibilità di vincere ancora.
Martin Caceres 6,5
Doveva arrivare come garanzia in caso di emergenza. In realtà la cessione di Benatia gli ha aperto molte possibilità e l’uruguayano ha giocato più in questi suoi nuovi mesi juventini che nella prima parte della stagione con la Lazio. E li ha giocati pure bene. Di recente s’è preso i complimenti per quel colpo di testa nella sua area a Cagliari con cui ha evitato problemi: è saltato oltre la testa di Pavoletti, il miglior specialista europeo del gioco aereo.
Andrea Barzagli 6,5
E’ uno dei due grandi vecchi ad averli vinti tutti questi scudetti: 8 su 8. Lui e Giorgio Chiellini, gli irriducibili. Per sfortuna del fi esolano è stata una stagione piena di acciacchi, con tre sole partite da titolare in campionato, col Bologna nel girone d’andata e con l’Udinese, quando si è infortunato di nuovo. Ma sia in campo che fuori questo ragazzo resta una colonna per la Juve.
Alex Sandro 6,5
Non è stata la sua stagione migliore. Tanto per dire, ha segnato ieri il primo gol, anche se è stato signifi - cativo perché ha portato lo scudetto. Nei precedenti tre campionati juventini aveva lasciato la sua fi rma, migliorando anno dopo anno, 2 gol nel 2015-16, 3 nel 2016-17, 4 nel 2017-18. Ha giocato tanto, per scelta tecnica è andato solo tre volte in panchina. Intendiamoci, non ha giocato male, ma per il suo valore riconosciuto era legittimo aspettarsi di più.


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Mattia Perin 7
Al posto suo non avremmo scelto la Juve, che aveva già uffi cializzato Szczesny come successore di Buff on: non è inferiore al polacco e avrebbe fatto meglio a restare a Genova, per giocare un campionato intero da titolare. Detto questo, ogni volta che Allegri lo ha chiamato in squadra, ha mostrato tutte le sue qualità. Ma fi nora di partite ne ha fatte solo 9 in campionato e nessuna in Champions League.
Douglas Costa 7
Per un serio problema fi sico, è fuori da più di due mesi. Era partito bene, con i suoi dribbling terrifi - canti, le sue accelerazioni che infi ammavano l’Allianz Stadium. La squalifi ca di 4 gare per lo sputo ha inciso sul suo rendimento, il rientro e il recupero (anche psicologico) non sono stati semplici. In quest’ultima parte della stagione la Juve ha risentito della sua assenza.
Juan Cuadrado 7
Peccato per il brutto infortunio, dopo la stagione scorsa pensavamo di ritrovarlo protagonista anche nell’anno dell’ottavo scudetto consecutivo. Già prima dell’operazione non aveva raggiunto il massimo del suo rendimento.

Daniele Rugani 7
Il recente rinnovo di contratto conferma la fi ducia che la Juventus nutre nei suoi confronti. Certo, non è facile imporsi fra due colossi come Bonucci e Chiellini, ma le timidezze che lo avevano accompagnato nei suoi primi tempi juventini si sono trasformate via via in certezze. Oggi Allegri lo considera un difensore su cui contare.


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Leonardo Spinazzola 7
Il voto non è altissimo solo perché ha giocato poco, rientrando poco tempo fa dopo un lungo infortunio. Ma sul conto di questo ragazzo, sul suo futuro, possiamo anche sbilanciarci: sarà il terzino titolare della Juve nel prossimo campionato (e in quelli successivi) e in Nazionale. Ha una personalità incredibile, quasi già pari a quella di tutta la Juventus. Attacca sui lati che è una bellezza, può stare a destra o a sinistra, ha un piede preciso, un tempo d’inserimento esatto. Se dopo aver giocato appena la seconda partita da titolare in campionato, Allegri lo ha schierato dall’inizio nella notte dell’Atletico Madrid signifi ca che ha tutto, ma proprio tutto, per diventare il futuro della Juve.
Paulo Dybala 7
Chiariamo subito un concetto: se c’è un giocatore che, con l’arrivo del fuoriclasse del Real Madrid, ha perso qualcosa è lui, Dybala. Fino all’anno scorso, ogni pallone passava dalla sua raffi neria. D’improvviso, tutti quei palloni volavano dritti sui piedi di Ronaldo. Quando allenava il Real, Carlo Ancelotti faceva spesso questa battuta: «Il nostro schema preferito? Palla a Cristiano e tutti di corsa ad abbracciarlo». Battuta, ma con un fondo (e nemmeno tanto fondo) di verità. La manovra della Juve non ha avuto più bisogno di essere ingentilita dall’elaborazione tecnica del suo argentino. Quelle piroette, quei tagli, quei balli intorno al pallone sono diventati sempre meno necessari. Così Allegri ha cercato di reimpostarlo, portandolo un po’ più distante dal punto dove il gioco si fa elettrico, e lì Dybala si è un pochino immalinconito. Gli sono mancati soprattutto i gol, dai 22 del campionato scorso è passato ai 5 attuali, ma anche l’anno prima ne aveva segnati 11 e l’anno prima ancora era arrivato a 19. Il calo è pesante.
Rodrigo Bentancur 7,5
Ad essere sinceri ci aspettavamo anche qualcosa in più. L’uruguayano piace tantissimo al tecnico, ma forse un passettino in più poteva farlo. Non ha ancora 22 anni, ha la possibilità di crescere ancora. Intanto ha preso confi denza con la rete, sono già due in questo campionato. Può raggiungere i livelli di Khedira.
Mario Mandzukic 7,5
Ha abbassato il suo rendimento, anche se non di molto e anche se per Allegri resta ancora un riferimento da cui non si prescinde. Per far posto a Ronaldo, la Juve ha ceduto Higuain e ha confermato lui, già questa è la testimonianza della stima di cui gode da parte della società ma soprattutto del tecnico. Solo che Mario aveva abituato gli juventini a un contributo diverso come gioco e come generosità, con l’arrivo di Cristiano il suo gioco è cambiato e non sempre gli ha permesso di esaltare le sue virtù. In ogni caso ha segnato più dell’anno scorso, quando era arrivato a 5 reti in 32 presenze. Adesso è già a 8.


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Mattia De Sciglio 7,5
Sembrava un giocatore perso. Dopo un inizio di carriera folgorante, era piombato in una crisi tecnica diffi cile da spiegare. In due anni Allegri lo ha riportato ai suoi livelli. Probabilmente è questione di fi ducia, che ora l’ex milanista avverte.
Sami Khedira 7,5
Nei primi tre anni juventini sembrava un ragazzino, i continui infortuni di Madrid erano solo un triste ricordo. In questa stagione, invece, gli acciacchi sono tornati e tutti piuttosto problematici. Ha giocato e segnato poco e per Allegri non è stato semplice sostituire un giocatore che, sul piano internazionale, è una garanzia.
Wojciech Szczesny 7,5
E’ complicato prendere il posto di un monumento. Buff on è stato la Juve, Szczesny ha giocato nella sua porta sapendo che non potrà mai diventarlo. Pur con questo macigno sulle spalle, il polacco se l’è cavata bene. Qualche errore veniale, ma anche tante buone parate. Non è Buffon, ma è ugualmente un portiere da Juve.
Moise Kean 8
Siamo di fronte a una straordinaria possibilità, quella di un ragazzo che a 19 anni può diventare il centravanti titolare della Juventus (e della Nazionale) per il prossimo decennio. Dipende da lui e da chi gli sta intorno. Ha dei mezzi fi sici sensazionali, basta guardare quando ha la palla al piede per immaginare che da quel preciso istante in poi può succedere di tutto. Ma Moise (splendida la perla nella sfi da con il Milan) non è ancora arrivato, tutt’altro, ha appena iniziato. Deve migliorare nella tecnica, deve commettere meno errori in zona-gol. Nella Juve ha una media realizzativa che sbalordisce, ma dobbiamo ricordare la rete che ha sbagliato contro l’Atletico Madrid, un errore che poteva costare una stagione intera, o i due gol che si è mangiato a Cagliari prima di fi rmare il 2-0. Cresca, sapendoche tutta Italia spera di ritrovare non il fuggente Balotelli ma il nuovo Paolo Rossi.

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Federico Bernardeschi 8
A furia di ripeterglielo, Allegri gli ha tolto il vizio del tacco, del bello per il bello. Quando Max gli disse che «deve capire che la Juve non è la Fiorentina» qualcuno ci vide perfi no un’off esa, ma era la verità. Al Franchi bastava un gesto qualunque per ricevere un applauso, nella Juve quel gesto qualunque devi farlo bene e soprattutto deve servire alla squadra. Sennò, lascia stare. Il processo di maturazione sembra concluso, come ha dimostrato la partita contro l’Atletico Madrid. Ma a parte un periodo con qualche diffi coltà, il suo gioco è diventato concreto, pur concedendo spazio alla creatività. Può fare l’ala, l’interno e il trequartista, tutto questo grazie ad Allegri.
Emre Can 8
Può fare tutto, l’esterno a centrocampo e il terzino, l’interno e il terzo difensore di una difesa a tre. E’ un giocatore prezioso, che in certi momenti ha fatto un passo indietro nel rendimento per poi riprendere immediatamente la sua dimensione internazionale.
Blaise Matuidi 8
Un giocatore chiamato “rimorchio”. Se l’azione si sviluppa a destra, state tranquilli che lo ritroverete a sinistra nell’area avversaria in attesa della palla o, meglio ancora, mentre la palla è in arrivo. Il francese sfugge ai radar, a noi ricorda il primo Cambiasso interista, quello allenato da Mancini, arrivava in area a fari spenti e ci lasciava la sua fi rma. Così fa il francese, a segno tre volte in questo campionato come in quello scorso.
Miralem Pjanic 8
Ci sono state delle partite (quella più recente a Cagliari) in cui il bosniaco si è divertito a creare il gioco. Non è stato, non è e non sarà mai Pirlo, il più grande regista del calcio italiano, ma la padronanza con cui si è impossessato del ruolo di play è notevole. Quando gioca bene lui, anche la Juve gioca bene.


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Joao Cancelo 8
All’Inter aveva fatto vedere qualcosa, alla Juve ha fatto vedere tutto. Vale a dire la sua straordinaria bravura nell’attaccare la fascia. Defi nirlo terzino è riduttivo, è un fantasista spostato sulla fascia, un’ala che ogni tanto difende, un attaccante aggiunto, un creativo e un creatore di gioco e di giocate. Quando arriva in velocità di fronte al terzino avversario diventa imprendibile.
Leonardo Bonucci 8
L’anno trascorso al Milan gli ha fatto capire cosa avesse perso. Il ritorno alla casa madre gli ha giovato, ma anche la Juve ha tratto dei benefi ci dal reinserimento di un centrale del suo livello, soprattutto nell’anno in cui Barzagli si è fermato per tanto tempo. Tre gol al suo attivo, mica pochi per un difensore.
Giorgio Chiellini 8,5
Il miglior giocatore della Juventus dopo Ronaldo. All’età di 35 anni (da compiere) dimostra come il calcio sia uno sport per chi ha vera passione. Come lui. Una passione che aiuta a migliorarsi di continuo. Come carattere, personalità, autorevolezza è sempre stato uno dei più grandi difensori d’Europa, i suoi detrattori (pochi, molto pochi per la verità) lo criticavano sul piano tecnico e sotto questo aspetto Giorgione ha continuato a fare dei progressi. Tempo fa, in una intervista a un periodico sportivo, Allegri lo portò come esempio di professionalità: «Se uno si ricorda del Chiellini di 5 anni fa, già allora una marcatore pazzesco, e lo vede oggi, si accorge di quanto sia migliorato con la palla fra i piedi». La manovra della Juve parte con il lancio di Bonucci oppure con Chiellini che porta palla e poi la distribuisce ai centrocampisti o agli esterni. Ma non c’è dubbio che il suo pezzo forte sia ancora la marcatura, il corpo a corpo: scappare a questa roccia è un compito che, anche in questa stagione, sfiora l’impossibile.
Cristiano Ronaldo 9
Il portoghese mette nella sua bacheca formato XXXL un altro record: mai nessuno è riuscito a vincere i tre campionati più importanti d’Europa, Inghilterra, Spagna e Italia. C’è già stato chi s’è fregiato del titolo di tri-campione, come Ibrahimovic, ma dopo Italia e Spagna ha vinto la Ligue 1 che, come grado di diffi coltà, non è pari alla Premier. Cristiano ha fatto notizia solo all’inizio della stagione, quando non segnava... Tre partite, Chievo, Lazio e Parma, zero gol. E tutti a dire “le difese italiane sono più forti, la Juve non è abituata a giocare con un fuoriclasse, lui non scatta più come a Madrid”, fi n quando è arrivato il Sassuolo, doppietta e ripartenza. Da quel momento è stato incontenibile o, più semplicemente, è stato Cristiano Ronaldo. L’imprendibile CR7. E’ vero che la sua partita top è arrivata in Champions League contro gli storici nemici dell’Atletico, del resto quello è il suo territorio (come ha dimostrato anche contro l’Ajax), ma in campionato ha aumentato ancora di più la diff erenza fra la Juve e tutte le altre. Quello che colpisce ancora adesso, a 34 anni compiuti, è la freschezza atletica, la capacità di prolungare lo scatto e di accelerare dentro uno strappo. Non c’è, in tutto il mondo, un giocatore che alla tecnica sublime riesca ad abbinare la sua straripante personalità.


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Massimiliano Allegri 9,5
Allegri è un allenatore “naturale”, non un insegnante di calcio. Domina il campionato da 5 anni e se l’eliminazione in Champions da parte dell’Ajax fa storcere il naso per come è arrivata, va ricordato che in questi cinque anni bianconeri ha raggiunto due volte la fi nale ed è stato a un passo da una storica qualifi cazione al Bernabeu. In ogni caso, per eliminare dei dubbi, questa è la pagella sul campionato e in Italia non ha rivali. Tanto che quando France Football ha stilato la classifi ca con i 50 allenatori più bravi di tutti i tempi, Max non c’era. Pensavamo a uno scherzo, a un 1° aprile anticipato. Questo livornese che, vivaddio, non ha perso l’accento ardenzino, con quelle vocali sempre spalancate, ha un fi uto incredibile, ha idee, ha una mente vivida, conosce il calcio e lo modella. O meglio, conosce più di un calcio, non sempre e non solo lo stesso. E’ Archimede Pitagorico: ci piacerebbe sapere dove inventa Pjanic regista, Mandzukic alsinistra, Emre Can terzino destro nella sfi da impossibile con l’Atletico, Bernardeschi in mezzo al campo. L’intuizione, la naturalezza, ecco le sue doti irraggiungibili.


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Medhi Benatia 6,5
Voleva spazio che l’allenatore non poteva garantirgli, ma soprattutto voleva guadagnare di più e per questo a gennaio se n’è andato in Qatar, nell’Al-Duhail. La Juve ha perso un elemento di ottimo livello, lui la possibilità di vincere ancora.
Martin Caceres 6,5
Doveva arrivare come garanzia in caso di emergenza. In realtà la cessione di Benatia gli ha aperto molte possibilità e l’uruguayano ha giocato più in questi suoi nuovi mesi juventini che nella prima parte della stagione con la Lazio. E li ha giocati pure bene. Di recente s’è preso i complimenti per quel colpo di testa nella sua area a Cagliari con cui ha evitato problemi: è saltato oltre la testa di Pavoletti, il miglior specialista europeo del gioco aereo.
Andrea Barzagli 6,5
E’ uno dei due grandi vecchi ad averli vinti tutti questi scudetti: 8 su 8. Lui e Giorgio Chiellini, gli irriducibili. Per sfortuna del fi esolano è stata una stagione piena di acciacchi, con tre sole partite da titolare in campionato, col Bologna nel girone d’andata e con l’Udinese, quando si è infortunato di nuovo. Ma sia in campo che fuori questo ragazzo resta una colonna per la Juve.
Alex Sandro 6,5
Non è stata la sua stagione migliore. Tanto per dire, ha segnato ieri il primo gol, anche se è stato signifi - cativo perché ha portato lo scudetto. Nei precedenti tre campionati juventini aveva lasciato la sua fi rma, migliorando anno dopo anno, 2 gol nel 2015-16, 3 nel 2016-17, 4 nel 2017-18. Ha giocato tanto, per scelta tecnica è andato solo tre volte in panchina. Intendiamoci, non ha giocato male, ma per il suo valore riconosciuto era legittimo aspettarsi di più.


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